Già dal mattino in giro e
per la via si respirava gioia ed
allegria
I bimbi a frotta seguivano
la banda che passava per
le strade rionali intonando
marcette trionfali.
La musica rimbalzava sopra i
tetti,sui muri delle case scivolava
e da ogni fessura s’insinuava,
portando una ventata d’allegria
a tutti i paesani che impazienti
già eran pronti con il vestito
buono ad uscire nel corso, colorato
da infiorate e tante bancarelle,
con bambole, pignate e caramelle,
mentre in disparte nelle casse, soli
se ne stavano i buoni mustaccioli.
Poi suonavano a gloria le campane,
si faceva largo per la via , i fedeli
ed i preti, con grande devozione, accompagnavano
il Santo in processione.
E a sera quando si tornava
allegri più di prima nel
gran raduno a Santa Caterina
c’era il maestro
con la sua orchestrina che dal
palco d’onore accompagnava,
la possente voce del tenore
che dal pulpito cantava a
squarciagola. Dopo gli applausi e
la passerella, salutato il tenore
con rispetto, nel pubblico
si sentiva un organetto che con
tamburello chitarra e ciaramella
intonava una chiassosa tarantella.
Tra balli risate e fuochi d’artificio
la festa finiva e
come tradizione
tutti a casa con la
benedizione.
(Lapis)